VELLEIO PATERCOLO (ca 19 a.C. - ca 31 d.C.)
Le notizie sulla vita di Caio Velleio Patercolo ci provengono soprattutto dalla sua opera. Egli nacque in Campania verso il 19 a.C. ed era discendente di un'antica ed illustre famiglia del luogo. Tra i suoi antenati un Decio Magio, filo romano di Capua durante la II guerra punica, e un Minezio Magio che, durante la guerra sociale del 91-89, arruolò una legione in aiuto dei romani. Suo nonno paterno, G. Velleio Patercolo era legato da profonda amicizia a Pompeo Magno; suo padre era comandante di cavalleria dell'esercito romano in Germania nel 4 d.C..
Velleio Patercolo intraprese la carriera militare come tribuno militare in Tracia e Macedonia. Nel 1 d.C. fu inviato in Grecia e poi nella provincia imperiale dell'Asia. Verso i 25 anni combatté con Tiberio in Germania, durante la campagna del 4 d.C., succedendo al padre nel grado di praefectus equitum.
Seguì, poi, il normale "cursus honorum": nel 6 d.C. fu questore (era quindi transitato nell'ordine senatorio) e gli fu affidato il comando dei rinforzi inviati per la campagna di Germania.
Come questore, nel 7, Velleio Patercolo aveva avuto il governo di una provincia, ma egli vi rinunciò per rimanere, in qualità di luogotenente, al fianco di Tiberio che aveva iniziato operazioni militari in Pannonia e Dalmazia. Rimane al fianco del futuro imperatore fino a quando questi, nel 12, rientrò a Roma con i suoi uomini. Quando Tiberio celebrò il trionfo il 16 gennaio 13, lo storico vi prese parte a pieno titolo.
Nel 15 Velleio Patercolo ottenne la pretura. Dopo questo incarico, il nostro storico terminò la vita pubblica e non si hanno altre notizie salvo che forse ebbe due figli (o parenti stretti: un Gaio Velleio Patercolo, luogotenente di Caligola, e un Lucio Velleio Patercolo, console nel 60 sotto Nerone.
Velleio Patercolo morì verso il 31, sicuramente dopo il 30.
Scrisse le Historiae ad Marcum Vinicium, una storia di Roma dalle origini fino al Consolato di Marco Vinicio. L'opera, molto retorica, è incentrata sulla figura di Tiberio, la cui ascesa al trono imperiale segnò, secondo Patercolo, il culmine della prosperità di Roma.
Velleio Patercolo tratta molto sbrigativamente la prima parte della sua storia, quella che arriva fino alle guerre puniche, mentre nella seconda parte è molto più particolareggiato ed interessante, specialmente quando tratta l'impero di Tiberio, un'epoca che egli ha vissuto. Ed è proprio a questo punto che l'autore suscita il nostro stupore … Da Tacito e da Svetonio abbiamo avuto un quadro di Tiberio molto negativo, quello di un personaggio vizioso, crudele e dissoluto. Velleio Patercolo ribalta il giudizio: Tiberio appare come un uomo valoroso, magnanimo, grande sia come militare sia come politico.
Chi degli storici ha ragione? La moderna critica storica ha dimostrato che Tacito e Svetonio, forse anche per avversione al regime, hanno calcato negativamente la mano su Tiberio, mentre Patercolo ha ingrandito i suoi pregi. Sia chiaro: questo storico, che non è un adulatore o un propagandista, non ha inventato niente; egli ammira sinceramente l'imperatore, che aveva seguito in guerra per ben 9 anni, e lo ricorda soprattutto come generale … e che Tiberio sia stato un grande condottiero non può essere negato!
L'opera di Velleio Patercolo, in conclusione, è importante anche perché è una delle poche fonti favorevoli a Tiberio.
La vita
Le notizie sulla vita di Caio Velleio Patercolo ci provengono soprattutto dalla sua opera. Egli nacque in Campania verso il 19 a.C. ed era discendente di un'antica ed illustre famiglia del luogo. Tra i suoi antenati un Decio Magio, filo romano di Capua durante la II guerra punica, e un Minezio Magio che, durante la guerra sociale del 91-89, arruolò una legione in aiuto dei romani. Suo nonno paterno, G. Velleio Patercolo era legato da profonda amicizia a Pompeo Magno; suo padre era comandante di cavalleria dell'esercito romano in Germania nel 4 d.C..
Velleio Patercolo intraprese la carriera militare come tribuno militare in Tracia e Macedonia. Nel 1 d.C. fu inviato in Grecia e poi nella provincia imperiale dell'Asia. Verso i 25 anni combatté con Tiberio in Germania, durante la campagna del 4 d.C., succedendo al padre nel grado di praefectus equitum.
Seguì, poi, il normale "cursus honorum": nel 6 d.C. fu questore (era quindi transitato nell'ordine senatorio) e gli fu affidato il comando dei rinforzi inviati per la campagna di Germania.
Come questore, nel 7, Velleio Patercolo aveva avuto il governo di una provincia, ma egli vi rinunciò per rimanere, in qualità di luogotenente, al fianco di Tiberio che aveva iniziato operazioni militari in Pannonia e Dalmazia. Rimane al fianco del futuro imperatore fino a quando questi, nel 12, rientrò a Roma con i suoi uomini. Quando Tiberio celebrò il trionfo il 16 gennaio 13, lo storico vi prese parte a pieno titolo.
Nel 15 Velleio Patercolo ottenne la pretura. Dopo questo incarico, il nostro storico terminò la vita pubblica e non si hanno altre notizie salvo che forse ebbe due figli (o parenti stretti: un Gaio Velleio Patercolo, luogotenente di Caligola, e un Lucio Velleio Patercolo, console nel 60 sotto Nerone.
Velleio Patercolo morì verso il 31, sicuramente dopo il 30.
Opere
Scrisse le Historiae ad Marcum Vinicium, una storia di Roma dalle origini fino al Consolato di Marco Vinicio. L'opera, molto retorica, è incentrata sulla figura di Tiberio, la cui ascesa al trono imperiale segnò, secondo Patercolo, il culmine della prosperità di Roma.
Giudizio
Velleio Patercolo tratta molto sbrigativamente la prima parte della sua storia, quella che arriva fino alle guerre puniche, mentre nella seconda parte è molto più particolareggiato ed interessante, specialmente quando tratta l'impero di Tiberio, un'epoca che egli ha vissuto. Ed è proprio a questo punto che l'autore suscita il nostro stupore … Da Tacito e da Svetonio abbiamo avuto un quadro di Tiberio molto negativo, quello di un personaggio vizioso, crudele e dissoluto. Velleio Patercolo ribalta il giudizio: Tiberio appare come un uomo valoroso, magnanimo, grande sia come militare sia come politico.
Chi degli storici ha ragione? La moderna critica storica ha dimostrato che Tacito e Svetonio, forse anche per avversione al regime, hanno calcato negativamente la mano su Tiberio, mentre Patercolo ha ingrandito i suoi pregi. Sia chiaro: questo storico, che non è un adulatore o un propagandista, non ha inventato niente; egli ammira sinceramente l'imperatore, che aveva seguito in guerra per ben 9 anni, e lo ricorda soprattutto come generale … e che Tiberio sia stato un grande condottiero non può essere negato!
L'opera di Velleio Patercolo, in conclusione, è importante anche perché è una delle poche fonti favorevoli a Tiberio.